La mappa

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Il laboratorio ha avuto il suo inizio con un’indagine sui luoghi, partendo dalla presentazione di ogni singolo partecipante e dei due coordinatori con l’obiettivo di ricercare un ipotetico immaginario collettivo e condiviso: questa fase di studio preliminare sulla città è stata portata avanti attraverso la ricerca di cartoline (punto di incontro tra chi vive la città da esterno e chi la città vuole raccontarla in maniera simbolica/sintetica), foto storiche, foto trovate su ricerche Google, immagini ritagliate da riviste/giornali.

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La costellazione di riferimenti personali è stata la traccia seguita per costruire una mappa che identificasse i luoghi di indagine e i relativi percorsi da dedicare alle esplorazioni. Le fotografie realizzate durante le uscite e le riflessioni di ogni partecipante sono state poi oggetto di discussioni collettive che hanno portato alla realizzazione dei post che danno corpo al blog.

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Hanno partecipato al laboratorio:

Luisa Piras, Al Zanata, Jan Perinu, Aldo Picchiri, Marco Caocci, Saneb Ebrima, Yaya Myassi, George Ephraim, Jallow Ousman, Giuseppe Iaconi, Rosangela Usai.

Queste che seguono sono le visioni della città che hanno condiviso:

Luisa: di origine ogliastrina, vive a Cagliari da molti anni e ha con il mare un legame speciale; ha la passione per le piante che fa dell’Orto Botanico e dei tanti parchi urbani presenti in città i suoi luoghi preferiti.

Al: uno dei pochi nati ancora in casa, nella parte bassa del quartiere di Villanova con il quale ha tutt’ora un rapporto speciale, soprattutto con la centrale piazza Garibaldi. Di Cagliari ama la sensazione di sicurezza che percepisce per le strade e i tanti punti di riferimento che, tra un colle e l’altro, la città offre per orientarsi. Come tutti i “casteddai” doc, ama il Poetto e la vista che si ha della città quando si arriva con la nave o con l’aereo. Una citazione di Sergio Atzeni da “Il quinto passo è l’addio” per lui descrive perfettamente la città: “Bocca aperta alle mosche, Ruggero Gunale guarda con occhi umidi e impietriti la città che si allontana: la croce d’ oro sulla cupola della cattedrale e attorno a corona digradando i palazzi color catarro dei nobili ispanici, circondati da bastioni pietrosi invalicabili a piede d’ uomo, dove pendono chiome di capperi al vento, di un verde che ride”.

Jan: nasce a Cagliari ma il lavoro lo porta lontano dalla città per più di vent’anni, tra Milano, Londra e Bologna. I luoghi che ha portato con sé e che ha riscoperto al suo ritorno sono  l’immancabile spiaggia del Poetto e il quartiere storico di Castello, visto come una città dentro la città. Uno degli aspetti positivi percepiti della città è il rinnovamento e la qualità dell’offerta culturale a disposizione dei cittadini.

Aldo: anche lui nato tra le mura di casa nel quartiere nel quale vive tutt’ora, ama il rapporto della città con il mare vissuto al porto e osservando le attività dei pescatori. I grandi parchi urbani sono altri luoghi di riferimento, per la pace che riescono a regalare.

Marco: il mare che circonda la città è l’elemento che sana un rapporto di amore e odio con Cagliari.

Yaya: vive a Cagliari da poche settimane e la nostalgia di casa è alleviata dal mare e dalle spiagge che gli ricordano Serrekunda, la sua città di origine in Gambia.

Ephraim: anche per lui, partito dal Gambia sei mesi fa, il blu del mare ricorda l’oceano Atlantico che poteva ammirare da Brikama.

Ousman: lasciato il piccolissimo villaggio di Fass in Gambia (conta poco meno di trecento abitanti), è felice di trovarsi in una città che ha trovato accogliente.

Giuseppe: anche lui, da buon cagliaritano, ha nel mare un elemento di forte legame. Si reputa un cittadino “di pianura” e ha bisogno di orizzonti aperti. Individua negli odori tipici un tratto distintivo della città.

Rosangela: da qualche anno vive nell’hinterland ma il quartiere in cui ha vissuto da piccola è rimasto centrale ancora oggi nella sua vita quotidiana: per questo motivo ogni giorno lascia la macchina nei pressi della piazza Giovanni XXIII e continua a muoversi a piedi o con i mezzi pubblici, come negli anni in cui viveva lì. Ha un legame forte con il Poetto che vive solo d’inverno per la calma e il silenzio. Anche per lei, la vita culturale che si respira in città è uno dei punti forti di Cagliari.

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